25 febbraio – presso la Camera dei Deputati si è svolto l’incontro promosso da Fortune Italia e l’Intergruppo parlamentare Intelligenza artificiale, dal titolo “Il futuro dell’IA – Quale ruolo per l’Italia nella sfida dell’Intelligenza Artificiale?”.
Alessandro Fusacchia, Coordinatore dell’Intergruppo parlamentare IA, ha aperto l’incontro invitando a riflettere sulla necessità di “un massiccio investimento da fare su noi stessi per acquisire nuove competenze e capacità, per governare gli sviluppi tecnologici e metterli al servizio dello sviluppo umano”. Il Coordinatore dell’Intergruppo parlamentare IA ha poi specificato lo scopo dell’evento: “alimentare e animare un dibattito internazionale sull’Intelligenza Artificiale e fare in modo che sia sempre
meno una questione per addetti ai lavori e sempre più una questione di cittadinanza”.
Emanuele Bevilacqua, direttore di Fortune Italia, ha ricordato che quella portata dall’Intergruppo parlamentare “non è una questione di tecnologia, ma è una questione di antropologia. “Siamo davanti ad una trasformazione che richiede l’allargamento delle competenze certamente dal punto di vista tecnico, ma anche la collaborazione di tutte le aree, anche così diverse e lontane da quelle puramente tecnologiche, perché l’Intelligenza Artificiale possa fare dei passi avanti nella direzione più adatta e più giusta per noi”.
Il Ministro per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale Vittorio Colao ha sottolineato la necessità di “vedere l’IA come un’opportunità per far fare un salto in avanti alle nostre imprese, utilizzandola in maniera più strategica sia come Governo, che come settore industriale ed economico per cercare di essere sempre più competitivi”. Dunque un’IA “non fine a se stessa, ma importante per il Paese, per i settori produttivi, per la società, per la giustizia sociale e per la sostenibilità”. Il Ministro ha posto poi l’attenzione sul rischio di divenire “i leader della Regulation della IA e non i leader della IA”, ponendo un accento sulla necessità di spingere l’innovazione in una semplificazione che possa favorire le piccole e medie imprese e la pubblica
amministrazione. Ecco perché Fortune Italia ha in programma, insieme all’Intergruppo parlamentare Intelligenza artificiale, una serie di eventi dedicati al dibattito e al confronto in materia.
All’interno dell’incontro si sono susseguiti numerosi ospiti appartenenti al mondo istituzionale, della formazione e imprenditoriale. Il dibattito si è incentrato anche sul Programma strategico intelligenza artificiale 2022 – 2024, varato dal Governo italiano lo scorso novembre, atto a definire i pilastri delle strategie di sviluppo dell’AI: costruzione di competenze e sostegno pubblico alla ricerca.
Competenze, Formazione e Investimenti, Imprese e Ricerca sono state le parole chiave che hanno dominato le discussioni all’interno dei vari tavoli.
Lo sforzo del Regolamento al quale si sta lavorando è quello di dare un modello di sviluppo digitale europeo. Infatti la Commissione Europea ha costruito il suo ecosistema digitale europeo proprio fondandosi su quei principi, quei valori, quei diritti che fanno parte della nostra identità giuridica, ma anche umana e culturale. Questi principi guidano, e guideranno anche in futuro nella costruzione della sovranità digitale europea attraverso il contributo delle tecnologie più adeguate. Sarà fondamentale definire cosa sia l’IA, quali siano i suoi usi ad alto rischio, i divieti e le responsabilità che la caratterizzano. Fondamentale sarà anche la tematica della formazione e dello sviluppo della ricerca, possibile questo solamente tramite adeguati investimenti.
Con la moderazione di Felicia Pelagalli, si è aperta una discussione intorno al tavolo “Quale contributo dell’Italia alla regolamentazione europea?“, ove hanno dialogato Enza Bruno Bossio, Deputata, co-relatrice del parere della Camera sul regolamento IA; Anna Laura Orrico, Deputata, co-relatrice del parere della Camera sul regolamento IA; Eleonora Faina, Direttrice Generale di Anitec-Assinform e Diletta Huyskes, Responsabile advocacy di Privacy Network.
All’interno di questo spazio è emerso come ad oggi l’Intelligenza Artificiale sia “maturata al punto da rappresentare il fattore fondamentale di trasformazione della società” e come “ stia già influendo e ancora più influirà sulle attività economiche, fornendo opportunità sempre maggiori alle imprese e allo sviluppo economico e tecnologico”. Bisogna “evitare da una parte prescrizioni ingiustificate e nello stesso tempo stare attenti ai rischi. In questo ragionamento diventa fondamentale il tema delle competenze, ma anche delle competenze di base, ovvero come anche gli stessi consumatori possano essere resi sostanzialmente consapevoli”.
Si tratta, infine, di “creare un quadro regolamentare che faccia crescere questo settore e nello stesso tempo possa limitare i rischi”. Secondo Anna Laura Orrico è necessario, al fine di approfondire la tematica IA in tutte le sue sfumature, circondarsi e ascoltare tutti gli esperti, tutti gli stakeholders che da un punto di vista tecnico, ma anche da un punto di vista sociale ed imprenditoriale stanno analizzando il fenomeno, lo vivono da dentro e lo costruiscono.
Analizzando i dati disponibili, Felicia Pelagalli ha evidenziato come i maggiori player di Intelligenza Artificiale nel mondo siano, in ordine: Stati Uniti, Cina, Unione Europea, Uk, per poi seguire il resto del mondo.
La percentuale delle imprese che utilizzano almeno una tecnologia di Intelligenza Artificiale è in media l’8% in Europa, con la Danimarca che ha una punta del 24%, la Germania dell’ 11%, mentre l’Italia scende al 6%.
I dati migliorano per l’Italia nel settore della robotica: la percentuale delle imprese che in Europa utilizzano Robot è del 2% e in Italia il 3%, dunque leggermente meglio della media Europea, con la Danimarca che è sempre in anticipo sugli altri paesi.
Il tema delle imprese e degli investimenti è secondo Felicia Pelagalli fondamentale, e può “accompagnare un regolamento che tuteli sviluppo IA e innovazione nelle imprese”.
I dati sono stati sottolineati anche da Eleonora Faina, la quale, al fine di un aumento della penetrazione dell’IA nel sistema produttivo nelle piccole e medie imprese, ricorda l’importanza di elementi quali la strategia del Governo, e la leva delle competenze, non solo per lo sviluppo ma anche per la recettività delle imprese all’IA, attivazione di investimenti e competenze in merito alla cybersecurity.
Diletta Huyskes ha sottolineato, infine, come a differenza di Paesi come Stati Uniti e Cina “che non hanno un governo dell’Intelligenza Artificiale”, l’Europa sia invece “la prima potenza al mondo a parlare di diritti tecnologici e regolamento”.
I tavoli sono stati molteplici, come le tematiche che ne sono scaturite. Per l’Europa urge investire sulle competenze e trovare un equilibrio tra una regolamentazione che protegga i cittadini, ma al contempo non ostacoli l’innovazione.
Per riveredere l’incontro: webtv.camera.it
Sara Michielin