“La forza della fragilità è quella di comprendere che la cura vicendevole, il prendersi per mano gli uni gli altri, è ciò che rende possibile l’accoglienza umana lieta nel nostro pianeta. Il prendersi cura è il futuro che dobbiamo scegliere, che dobbiamo decidere di perseguire, in quanto non istintivo”.
Mons. Vincenzo Paglia
Giovedì 28 aprile, ospiti del Dicastero per la Comunicazione di Vatican News, si è svolto un nuovo incontro del ciclo Trust Talk, dal titolo: “Fragilità”. L’evento, inserito all’interno del progetto di Culture SaluteDomani, ha avuto come ospiti Mons. Vincenzo Paglia, Presidente della Pontificia Accademia per la Vita; la Senatrice Valeria Fedeli, Commissione tutela diritti umani; Federico Fubini, Vicedirettore del Corriere della Sera. Moderatrice dell’incontro Felicia Pelagalli, Founder Culturesrl.
Numerosi i temi trattati, aventi tutti come filo rosso la tematica della fragilità: pandemia, disuguaglianze, demografia, politiche e strumenti per la cura degli Anziani e fragilità geopolitiche.
,“Dovremmo apprendere la lezione della fragilità come forza. Perché la fragilità consente a tutti noi di vivere quelle dimensioni di attenzione e di sensibilità, verso una solidarietà che unisce, e ci rende quindi più forti”. Da tale riflessione di Mons. Vincenzo Paglia e dal suo libro “La forza della fragilità”, ha preso avvio l’incontro.
Fragilità geopolitica
Una delle tematiche affrontate è stata quella della fragilità geo-politica relativa al conflitto russo-ucraino. Mons. Paglia ha affermato la necessità di una maggiore energia, da parte della politica, per una fine immediata della guerra. Politica che al momento sembra assente, troppo presa sulla via delle armi e pochissimo sulla via dell’incontro e del dialogo.
Parlando delle diplomazie la Senatrice Valeria Fedeli ha manifestato come l’Europa e la Nato stiano vivendo un momento grande difficoltà, dato dal fatto che la Federazione Russa stia subendo le scelte fatte in materia di sanzioni, ma non le consideri sufficienti al fine di giungere a dei negoziati. Con l’auspicio che vi siano ulteriori sanzioni che portino ad un tavolo di negoziato, l’ex ministra ha inteso che, in concomitanza con il Talk, si sta discutendo di ulteriori invii di armi in termini difensivi per sostenere la resistenza ucraina. Al termine dell’incontro vi è stata poi una riunione della Commissione Straordinaria Diritti Umani con uno dei giudici della Corte dell’Aja: “non bisogna essere neutrali da questo punto di vista: operare per la pace, ma non sfuggendo ad un dato di realtà”.
Un altro tema trattato è il costo dell’energia, che va portato avanti sostenendo imprese e famiglie. Vedere la Comunità Europea dividersi è, per la Senatrice, uno degli obiettivi di Putin. L’Europa deve innovarsi, al fine di formare un insieme di Stati che si organizzino da un punto di vista politico, economico, di difesa e dell’istruzione europea, quest’ultimo punto per un’educazione alla pace. Nello stesso tempo c’è anche un rapporto che va costruito e mantenuto con la Nato. L’obiettivo è comune: impedire che questa guerra prosegua e sostenere e difendere chi è stato aggredito.
Secondo Mons. Paglia il problema principale risiede nella povertà di visione che frena i pensieri e spinge a scelte che non sono all’altezza. È debole una visione planetaria che è invece indispensabile e che solleciterebbe una politica più attenta. Vi è poi una chiara assenza di prospettive, intese queste come visione derivante da documenti come Laudato sii e Fratelli tutti. “Le idee sono forti, non è vero che le bombe sono più forti. Bisogna ridare spazio ai pensieri e alle visioni, perché se mancano queste è facile che gli altri strumenti prevalgano”.
La fragilità degli anziani
La tematica legata alla fragilità degli anziani ha preso avvio dall’intervento di Felicia Pelagalli, che ha ricordato come la prospettiva di vita si sia allungata, portando con sé una dilatazione dell’età della vecchiaia. “Bisogna, dunque, riscoprire la forza del popolo degli anziani”. È proprio per questo popolo di anziani che Mons. Paglia si trova a lavorare e agire in maniera rivoluzionaria all’interno della Commissione istituita dal ministro Speranza al Ministero della Salute prima e in un comitato interministeriale a palazzo Chigi poi. Felicia Pelagalli ha poi annunciato che tale Commissione sta preparando un disegno di legge delega che curi le politiche che si occupano degli anziani. Mons. Paglia racconta il nuovo popolo degli anziani, per il quale non c’è pensiero politico, culturale, sociale, economico o spirituale. È necessario programmare un nuovo orizzonte, creando nuove condizioni per un Paese che si trova ad essere il secondo più anziano al mondo dopo il Giappone e il più anziano in Europa.
Una delle politiche pensate è la centralità della domiciliarietà : gli anziani devono poter restare a casa senza essere sradicati, al fine di evitare di togliere loro la memoria, i punti di riferimento e la speranza. “L’Italia può dunque divenire un esempio di come le società debbano farsi carico dei propri anziani con orgoglio, sapendo che la vecchiaia non è solo un peso, ma anche un’enorme risorsa”.
La crisi demografica tra trade off e crisi demografica
Federico Fubini ha offerto, all’interno del Talk, una prospettiva più ampia. Ha ricordato, infatti, come da una quindicina di anni ci stiamo confrontando con delle forme di crisi epocali che per lunghi periodi nel dopoguerra la generazione dei baby boomers non aveva affrontato né si aspettava di affrontare. Secondo Fubini ci sono state infatti tre crisi macroscopiche: la crisi del debito, la pandemia, la guerra, mentre nel frattempo continuiamo ad avere una crisi dei nostri modelli politici. Tutti questi fenomeni mettono in discussione la cornice che credevamo acquisita. “La crisi demografica invece è diversa e molto più silenziosa, fino al momento in cui non avrà un picco”.
Prendendo le macro crisi sopra citate e cercandone un punto in comune, Fubini lo individua nel presentarsi di tutte queste sotto forma di trade off, ossia la necessità di scegliere sacrifici subito, nella speranza di avere benefici più avanti nel tempo. Ciò si è tradotto rispettivamente all’interno della crisi finanziaria nel dibattito sulle riforme e sull’austerità; per quanto riguarda il Covid si è presentato nella forma dell’accettazione da parte della società del primo lockdown e poi nell’affrontare l’incognita di un vaccino nuovo. Con la guerra siamo nuovamente di fronte a dei trade off, ossia nella scelta di rinunciare a stili di vita e ad una parte del nostro benessere economico almeno nel breve periodo, riducendo i consumi di energia per cercare di privare di risorse il paese aggressore. Tuttavia “se tali macro crisi ci mettono di fronte al dover accettare delle scelte, la questione demografica non sta venendo trattata perché non vogliamo in qualche modo affrontare i trade off che queste questioni comportano in termini di welfare e di convenienze”. Il dibattito è necessario e auspicato da Fubini affinché questa crisi, per ora strisciante, non sfoci in una problematica conclamata.
Pandemia Covid-19
Per Mons. Paglia la riflessione sulla fragilità ha preso luogo durante la pandemia, in quanto il virus, in maniera quasi chirurgica, ha mostrato “l’ineliminabile fragilità sia di noi umani che delle istituzioni”.
ValeriaAnche secondo la Senatrice Valeria Fedeli la pandemia ha scoperchiato un punto di fondo, ossia il fatto che la fragilità umana è un elemento che deve diventare una lettura nuova delle politiche pubbliche. Per la Senatrice è inoltre “necessaria una visione orizzontale del valore del significato dei diversi tempi di vita e del fatto che ciascuno di questi una risorsa, anche dal punto di vista delle modalità in cui si costruisce comunità”.
Per quanto riguarda i passi che sta facendo la politica la senatrice Fedeli ha annunciato con orgoglio come capogruppo del partito Democratico nella Commissione straordinaria diritti umani il fatto che sia stata votata una mozione che riprende esattamente tutto ciò che l’audizione di Mons. Paglia ha offerto. A breve il disegno di legge dovrebbe essere affrontato in sede di Consiglio dei Ministri, per poi trovare le forme affinché arrivi anche in Parlamento. Si tratta di un terreno unitario, con la condizione quindi di poter depositare un disegno di legge a firma di tutte le forme politiche a favore del tema complesso come quello dell’anzianità. Bisogna dunque ripensare strutturalmente la condizione degli anziani, e che cosa ciò significa per la società dal punto di vista economico, culturale, dell’opportunità. Per la Senatrice, dunque, la fragilità è “una forza e un’opportunità per ridisegnare il nostro modo di convivere”. Anche per Felicia Pelagalli “nel momento in cui vediamo che la fragilità è forza e ha valore, andiamo a riconoscere questo stesso valore al popolo degli anziani”. Attuare quanto portato all’interno del Talk comporta però una grande forza innovatrice: “crederci, non fermarsi, ed agire insieme alla politica affinché tutto ciò diventi attuazione”.
Per Mons. Paglia va infine ricompresa, attraverso la riflessione sugli anziani, tutta la filiera delle generazioni.
“Quando diciamo che si è allungata la vita, in realtà significa che si è allungata la vecchiaia, un’età che ovviamente avrà poi come risvolto una fragilità ineliminabile e dunque da custodire ed aiutare. C’è una visione da sconfiggere in origine, quella che pensa che il pieno dell’umano sia la giovinezza. Si tratta di un pensiero che fa fatica a sparire. Il peggior nemico della vecchiaia è l’idea che ne abbiamo. Ad oggi la vecchiaia è un naufragio, è una debolezza, è scarto. Ecco perché c’è bisogno di una rivoluzione culturale ampia”.
Mons. Paglia conclude affermando che il mito dell’autosufficienza, che noi dobbiamo scartare per forza di cose quando si è piccoli e quando si è vecchi, è pericolosissimo, perché frammenta, polverizza le relazioni, e mette sull’altare il culto dell’io. La fragilità è dunque una condizione di tutti: c’è bisogno che le generazioni riscoprano il bisogno del legame l’una con l’altra.
Qui la registrazione integrale dell’incontro: